Testamento olografo di Angelo Cortesi 23.06.1902

       Roma 23 giugno 1902

 

       Conoscendo io sottoscritto che la morte è certa ed incerto il momento nel quale ci colpisce ho deliberato con questo foglio olografo di fare questo mio ultimo testamento annullandone qualunque altro ne avessi fatto in precedenza.

       Raccomando la povera anima mia all’infinita misericordia di Gesù Cristo mio Redentore, alla Vergine Immacolata Maria SS. e all’angelo Custode, affinché ottenuto il perdono da Dio delle molte mie colpe mi sia dato di godere la gloria eterna del Paradiso. In quanto ai suffragi voglio che sieno celebrate in suffragio delle anime dei miei defunti e mia Messe Cinquecento in Roma dai Padri Cappuccini e Passionisti nel più breve tempo possibile e Messe Cento per ogni cura delle mie Tenute coll’elemosina di lire Due e centesimi Cinquanta a Messa. Lascio a titolo di legato alla Signora Francesca Cortesi del fu Antonio di Roma l’annuo assegno vita sua natural durante di lire duemilaquattrocento (£ 2400) da pagarsi in rate mensili anticipate di lire 200 l’una in Roma in sue proprie mani. Lascio a titolo di legato al signor. Ettore Feroci l’annuo assegno sua vita natural durante di lire Millequattrocentoquaranta (£ 1400) da pagarsi in rate mensili anticipate di £ 120 l’una qui in Roma in sue mani. Lascio a titolo di legato a tutti li qui appresso nominati miei servi che al giorno della mia morte si trovassero ancora al mio servizio li seguenti assegni vita loro natural durante. Ad Alessandro Micarelli del fu defunto Domenico alle di lui figlie Luisa, Teresa e Marianna sorelle Micarelli, a Piteri Francesco del fu Filippo, a Brizioli Gabriele del fu Francesco, lire cinquanta l’una per cadauno nelle loro mani. Tanto la tassa di successione quanto qualunque altra tassa che potesse gravare tutti li suddetti legati saranno a carico del mio erede universale. Il mio erede universale che sarò per nominare dovrà proseguire il pagamento del legato vitalizio a favore della Signora Francesca Cortesi, legato impostomi dalla Bo:Me di mio Fratello Giulio come da suo testamento del 17 Luglio 1876. Dovrà pure  seguitare a far celebrare le Messe disposte dal mio genitore Antonio e dal mio fratello Giulio in tutto come ai loro testamenti, d’Antonio del 18 Settembre 1872, e di Giulio del 17 Luglio 1876.

       Inoltre dovrà far celebrare in suffragio dell’anima di Letizia Veralli e di quella dei suoi e miei defunti parenti e mia dai Padri Cappuccini e Passionisti in Roma Messe Cento all’anno coll’elemosina di lire due e centesimi cinquanta a Messa. Istituisco e nomino erede universale di tutti li miei beni ed averi presenti e futuri ovunque posti ed esistenti, crediti, azioni e ragioni il Comune di Todi, con obbligo assoluto che con tutte le rendite del mio Patrimonio, fatta eccezione dei legati vitalizi sinché dureranno, degli altri obblighi sovraimpostegli e di lire 5000 annue che le dovrà erogare così come qui appresso destinerò istituisca nella forma voluta dalla legge in Istituto o Ricovero di Benificenza per inabili al lavoro. Il detto Istituto dovrà essere eretto in Todi usufruendo della mia Villetta presso Todi già convento dei cappuccini.

       Questo istituto o ricovero di beneficenza dovrà essere intitolato “Letizia Veralli e Giulio ed Angelo fratelli Cortesi”e sopra l’ingresso principale del medesimo dovranno essere posti li ritratti in marmo di Letizia Veralli di mio fratello Giulio e mio con sotto una lapide che rammenti l’istituzione. Saranno ammessi in questo Istituto maschi, femmine di qualsiasi età che per infermità naturale o per vecchiaia siano impossibilitati a guadagnarsi col lavoro il necessario per vivere, però che non abbiano parenti, che trovandosi in condizioni di poterli mantenere, vi siano obbligati per legge. Avranno la preferenza prima di tutti di essere ammessi nel suddetto Istituto tutti quei della campagna del territorio di Todi che avranno li riquesiti suespressi, poi quelli della città di Todi, dopo quelli della campagna di Perugia e quindi quelli della città di Perugia etc.: d’altri territori che si troveranno nelle suddette condizioni di salute e d’età. Non potranno mai essere ammessi individui che hanno commesso crimini. A tutti li ricoverati oltre il vitto, vestiario   ed ogni altra cosa occorrente voglio che siano passati Centesimi Venti a testa al giorno per i loro particolari bisogni. Inoltre voglio che vestino tutti equalmente di lana nell’Inverno e di Cotone nell’Estate portando una scritta che indichi l’Istituto a cui appartengono. Dovranno godere della più ampia libertà e non si dovrà mai verificare ciò che purtroppo si verifica in altri Istituti del medesimo genere che li ricoverati sono trattati come delinquenti proibendogli persino di escire dall’Istituto. Intendo e voglio che mai sia permesso al mio Erede Universale di poter vendere qualsiasi cosa ereditaria da me lasciata per  qualunque titolo, causa, neppure per legge sovrana, dovendo tutto essere perpetuamente mantenuto e conservato sia immobiliare sia mobiliare fatta eccezione della mia biancheria e vestiari che voglio siano distribuiti a favore dei miei servi più poveri. Tutti gli oggetti d’oro, argento, pietre preziose, monete di oro e di argento antiche e non in corso in Italia, fucili, pistole,  etc  etc voglio che siano tutti inventariati, come tutt’altro da me lasciato e conservati tutti in una sala del secondo piano del palazzo di Montenero, la quale nessuno potrà occupare e le chiavi della  medesima le dovrà tenere il sindaco di Todi. Sarà anche espressamente proibito al comune di Todi mio erede universale di cedere in enfiteusi e di dare in ipoteca li fondi  della mia eredità. Così pure intendo e voglio che le macchie di alto fusto esistenti nei miei beni non possano essere mai abbattute anzi dovranno essere riguardate e custidite rigorosamente. Gli affitti dei miei beni dovranno effettuarsi all’asta pubblica quando pure diversamente fosse stabilito colle legge sugli enti di beneficenza. Nei contratti di affitto dovranno imporsi l’obbligo all’affittuario di migliorare le condizioni dei fondi. Possedendo io nel Campo Verano di Roma una Cappella mortuaria non ancora ultimata il mio erede universale dovrà al più presto possibile dopo la mia morte ultimarla rivestendola nell’interno tutta di marmo bianco e ponendovi tutti li ritratti in smalto dei miei defunti di mia famiglia che trovansi nella mia abitazione in Roma nonché quelli di Letizia Veralli e mio che farà fare equali a quelli già esistenti. Ove per qualsiasi causa o ragione nella suddetta Cappella non potesse essere riposto il cadavere di Letizia Veralli, in questo caso ferma rimanendo la disposizione per quanto riguarda l’obbligo di ultimarla mettendoci tutti li ritratti dei miei defunti, il mio erede dovrà erigere un monumento entro la Chiesa esistente la mia villetta presso Todi già Convento dei Cappuccini non spendendovi meno di Lire Ventimila dove dovrà deporvi li cadaveri di Letizia e mio.

       Ove da parte delle sorelle e fratello di Letizia Veralli non si facesse opposizione che la salma di Letizia Veralli venisse seppellita insieme alla mia nell’istesso sepolcro ove sarò seppellito io, gli lascio a titolo di legato per una sola volta Lire Tremila (£. 3000) a testa libere dalla tassa di successione. Le Lire Cinquemila di cui sopra ho detto che non si dovevano erogare insieme alle altre rendite del mio patrimonio per il mantenimento dei suddetti ricoverati, il comune di Todi mio erede universale ci dovrà mantenere nell’ospedale istesso di Todi tanti malati di più di quelli che può mantenere il detto ospedale colle sue rendite che ha, le quali non sono sufficienti a mantenere tutti li ammalati che ivi ricorrono per essere curati. Ordino e comando che tutti li contanti, effetti pubblici, denari in deposito, in istituti in banche, in cambiali etc etc. siano tutti impiegati nel più breve tempo possibile in convenienti acquisti di fondi rustici e che le spese di impianto di detto Istituto e di ogni altra spesa sia fatta mano mano colle rendite della mia eredità e non già colli capitali che lascerò. Come ordino e comando espressamente che tanto nell’impianto quanto nel mantenimento del detto Istituto deve essere bandito ogni sorte di lusso e che per questo non si faccia la più lieve spesa. Ordino e comando espressamente che la medaglia d’argento con l’effige della Madonna SS.MA ed il piccolo reliquario d’argento che porto sempre entro il mio portafogli, un ritratto di povera Letizia Veralli e le due Catene d’oro con li 3 Maltagliati del Perù appesi alle medesime che indosso sempre sia tutto posto entro la cassa che racchiuderà la mia salma. Sarà espressamente proibito al mio erede universale sotto la pena di decadere ix fatto dalla mia eredità d’affittare li fondi che gli ho lasciato alle famiglie Palmucci e Montini. Nel caso che il mio erede contravvenisse a qualunque degli obblighi impostegli e specialmente a quello di alienare qualunque proprietà da me lasciatagli dichiaro e voglio che sia di pieno diritto dichiarato decaduto dalla eredità, ed in questo caso in sua vece nomino ed istituisco, mio erede il comune di Perugia con gli stessi obblighi imposti al Comune di Todi. Mi riservo il diritto di fare altri legati come da annullare quelli fatti dal presente testamento. L’amministrazione della mia eredità e dell’Istituto di beneficenza sarà esclusivamente tenuta dal Comune di Todi mio erede universale sotto la sorveglianza delle autorità competenti. Esecutori testamentari della mia volontà nomino li signori Avvocato Terenzio Paolucci di Santa Restituta , L’Avvocato Ercole Oreste Alvi di Todi ed il dottor Marino Pellegrini di Monte Castello Vibio pregandoli di accettare un compenso di Lire Duemila (£ 2000) per ciascheduno. Li detti esecutori oltre agli obblighi spettanti per legge avranno quello di provvedere a tutte le pratiche necessarie per legge all’erezione dell’Istituto o Ricovero di Beneficenza da me istituito ed allora soltanto, quando cioè l’Ente sarà stato eretto nelle forme legali, sarà cessato il loro mandato, meno che il signor avvocato Terenzio Paolucci il quale dovrà verificare continuamente se si eseguiscono dal mio erede universale fedelmente le mie disposizioni testamentarie e di sorvegliare l’andamento dell’amministrazione della mia eredità, e se tanto le une che l’altra non si adempissero regolarmente potrà prendere tutti quei provvedimenti che estimerà necessario al caso.

       Il Comune di Todi mio erede universale dovrà pagare una retribuzione annua per tale ufficio al detto signor Avvocato Terenzio Paolucci di Lire Mille annue. Dichiaro finalmente che questo è l’ultimo mio testamento che contiene la mia vera disposizione d’ultima volontà, l’ho scritto tutto replica watches di mia mano e v’appongo la mia firma sotto ogni pagina delle sette in cui è scritto.

       Roma 23 Giugno 1902

 

       Firmato Angelo Cortesi.

 

Allegato 1

Lettera H

       Signore Teresa, Marianna Micarelli sorelle ed Ettore Feroci loro proprie mani. (per vidimazione).

       In modificazione a quanto fu già da me disposto con li miei precedenti testamenti olografi già redatti lascio alle sorelle Teresa e Marianna di Pantalla del fu Alesandro ed Ettore Feroci del fu Tommaso di Roma oltre gli assegni mensili vitalizi già lasciategli con altre mie disposizioni testamentarie lire mensili vita loro natural durante.

       In fede

       Roma 17 Gennaio 1917.

       Firmato Angelo Cortesi.